L'ERA DELLA MINIERA in sviluppo
Un film documentario per raccontare l'evoluzione delle comunità minerarie delle Valli del Riso e Parina
patrocini ottenuti
L'ERA DELLA MINIERA
documentario (Bergamo)
regia: Giorgio Affanni e Andrea Grasselli
idea: Carla Fausti
fotografia: Marco Ferri
montaggio: Corrado Iuvara
colorist: Gabriele Chiapparini
sound designer: Riccardo Rossi
consulenza etnografica: Carla Fausti
progetto grafico: Lorenzo Fantetti
produzione esecutiva: OmVideo
documentario (Bergamo)
regia: Giorgio Affanni e Andrea Grasselli
idea: Carla Fausti
fotografia: Marco Ferri
montaggio: Corrado Iuvara
colorist: Gabriele Chiapparini
sound designer: Riccardo Rossi
consulenza etnografica: Carla Fausti
progetto grafico: Lorenzo Fantetti
produzione esecutiva: OmVideo
Premessa
Le valli bergamasche, in particolare le valli del Riso e Parina, sono ricche di giacimenti minerari che per secoli hanno costituito una delle principali risorse per il sostentamento delle popolazioni locali. Tra queste montagne fu attivo uno dei principali poli estrattivi piombo-zinciferi d’Italia, noto come “Miniere di Gorno”, e articolato su due concessioni: “Val Seriana”, comprendente i comuni di Gorno, Oneta, Premolo, Parre e Ardesio, e “Val Brembana”, comprendente i comuni di Oltre il Colle, Dossena, Serina, Piazza Brembana, S. Giovanni Bianco e Roncobello. I giacimenti metalliferi, sfruttati fin dall’epoca preistorica, raggiunsero il massimo sviluppo fra l’Ottocento e il Novecento grazie all’evoluzione tecnica e all’attivazione di numerose concessioni minerarie per la ricerca e la coltivazione di calamina, blenda e galena. Malgrado siano ancora presenti migliaia di tonnellate di minerale, negli anni Ottanta le leggi di mercato e le scelte di politica economica hanno portato alla chiusura delle miniere. Tuttavia, i segni secolari di questa attività sono ancora ben visibili sul territorio e vivi nella memoria dei suoi abitanti. Soltanto il raccontare può tenere in vita le storie dei minatori, delle cernitrici, e delle comunità dei siti minerari.
Obiettivi
Perchè raccontare il territorio e le comunità minerarie delle valli del Riso e Parina attraverso un film documentario, realizzando un’opera originale, di alto profilo culturale, tecnico e artistico, attraverso il linguaggio cinematografico?
- Per divulgare le peculiarità del lavoro, in miniera e nei boschi, delle genti di montagna e della vita dei valligiani, fra passato, presente e futuro;
- Per recuperare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale, con particolare riferimento alle miniere;
- Per coinvolgere nuovo pubblico alla riscoperta del patrimonio culturale delle valli bergamasche;
- Per valorizzare le bellezze paesaggistiche del territorio e incrementare la presenza turistica nelle valli del Riso e Parina.
L'obiettivo del progetto documentaristico è di interrogare e interpretare un territorio e la sua comunità per mostrare le ipotesi del vivere oggi in un luogo di questo tipo, lontano dalle città, ma ricchissimo dal punto di vista naturalistico, ambientale e sociale.
Cosa rappresenta oggi la miniera? Che significato ha essere stato minatore o essere figlio di minatori, appartenere a una valle che dalla miniera e dalla montagna ha tratto e trae ancora sostentamento?
E' importante riflettere su ciò che rappresentano oggi le miniere, sfatando il pregiudizio che siano state soltanto luoghi di duro lavoro e di sacrificio. Il lavoro in miniera, un lavoro di ingegno, abilità e fatica, ha rappresentato nel tempo per i valligiani un mezzo per raggiungere sia il benessere materiale sia una profonda ricchezza nei rapporti interpersonali come pure la consapevolezza di far parte di una comunità unita e solidale. Lo sguardo su passato è una chiave per leggere la situazione attuale nelle valli bergamasche con l'intento di capire il presente e immaginare quali possano essere le vie percorribili nel futuro.
Il film
Il Documentario si basa sull'intreccio di storie ispirate a personaggi reali per trattare il tema della miniera e più in generale dell’uomo in rapporto alla montagna, fra passato e presente, da più punti di vista, cogliendone perciò la complessità, la profondità e i molteplici risvolti culturali e sociali.
Partendo da singole situazioni e gesti quotidiani, si visualizza un quadro più ampio: la rete di rapporti, dinamiche e relazioni interpersonali tra i minatori, sulla loro quotidianità vissuta dentro e fuori la miniera. Fili narrativi che si incrociano seguendo dei personaggi che hanno tutti forti relazioni con la miniera, in quanto ex minatori o figli di minatori. Le quotidianità dei personaggi si incontrano a poco a poco, così come i loro rapporti, dando vita a un intreccio dinamico che prende vita dal loro passato per relazionarsi al presente. La nostalgia, le passioni e le sofferenze di quei momenti si fanno spazio tra i ricordi, a dimostrazione del fatto che la miniera ha rappresentato sì lavoro di fatica e sacrificio ma anche la possibilità di costruire e costruirsi attorno ad una comunità; quella comunità che, fuori e dentro le miniere, ha spinto a trovare le energia per continuare a scavare.
Dopo trent'anni di inattività si affaccia all'orizzonte la possibilità della riapertura delle miniere bergamasche alla luce dell'interesse di un compagnia mineraria australiana a impiegare nuove tecnologie per raggiungere e coltivare i preziosi minerali del sottosuolo bergamasco.
Fino agli inizi del novecento i minatori bergamaschi andavano in Australia a cercare fortuna, ora forse il cerchio si sta chiudendo, con gli australiani che percorrono la strada in senso inverso? Quali emozioni e speranze questa possibilità suscita nei valligiani, negli minatori in pensione e nei giovani in cerca di un percorso di vita?
Note di regia
Lavorando con persone vere e non con attori, l'intento registico sarà quello di entrare in forte relazione, anche personale, con chi verrà selezionato come personaggio. Vivere con loro per un periodo di tempo, antecedente alla fase di Produzione, sarà un requisito fondamentale per una ottima realizzazione documentaristica. Condividendo le loro situazioni quotidiane si creerà una simbiosi inscindibile tra gli autori del film e le persone rappresentate; tutti i discorsi presenti nel film saranno quindi motivati dalle situazioni narrative che si andranno costruendo.
Le situazioni filmiche verranno provocate dai documentaristi senza forzare la realtà: davvero lo storico durante le sue ricerche incontra gli ex minatori, narra della madre cernitrice e del padre morto di miniera, delle lotte del fratello sindacalista; il geologo va ad esplorare le gallerie e i cantieri abbandonati verificando lo stato di conservazione delle strutture, la tenuta delle rocce, le mineralizzazioni ancora presenti; l’ex minatore continua ad allevare bestiame e trascorre molte ore della sua giornata nella cascina dove è nato; l’ex contadino, addetto al trasporto di minerale, si è ritirato in solitudine e accoglie i compagni di vita e di lavoro, in una cascina che sorge agli imbocchi delle gallerie d’alta quota.
Il racconto filmico si svilupperà in tutto l'arco annuale, sia per seguire le evoluzioni e i mutamenti psicologici e conoscitivi dei personaggi, sia per descrivere le suggestioni dei paesaggi stagionali.
Elemento fondamentale del progetto è il paesaggio, non visto come semplice contenitore di questi luoghi, ma come elemento attivo, sia nella psicologia sia nell'attività di tutti i giorni dei personaggi.
Le valli bergamasche, in particolare le valli del Riso e Parina, sono ricche di giacimenti minerari che per secoli hanno costituito una delle principali risorse per il sostentamento delle popolazioni locali. Tra queste montagne fu attivo uno dei principali poli estrattivi piombo-zinciferi d’Italia, noto come “Miniere di Gorno”, e articolato su due concessioni: “Val Seriana”, comprendente i comuni di Gorno, Oneta, Premolo, Parre e Ardesio, e “Val Brembana”, comprendente i comuni di Oltre il Colle, Dossena, Serina, Piazza Brembana, S. Giovanni Bianco e Roncobello. I giacimenti metalliferi, sfruttati fin dall’epoca preistorica, raggiunsero il massimo sviluppo fra l’Ottocento e il Novecento grazie all’evoluzione tecnica e all’attivazione di numerose concessioni minerarie per la ricerca e la coltivazione di calamina, blenda e galena. Malgrado siano ancora presenti migliaia di tonnellate di minerale, negli anni Ottanta le leggi di mercato e le scelte di politica economica hanno portato alla chiusura delle miniere. Tuttavia, i segni secolari di questa attività sono ancora ben visibili sul territorio e vivi nella memoria dei suoi abitanti. Soltanto il raccontare può tenere in vita le storie dei minatori, delle cernitrici, e delle comunità dei siti minerari.
Obiettivi
Perchè raccontare il territorio e le comunità minerarie delle valli del Riso e Parina attraverso un film documentario, realizzando un’opera originale, di alto profilo culturale, tecnico e artistico, attraverso il linguaggio cinematografico?
- Per divulgare le peculiarità del lavoro, in miniera e nei boschi, delle genti di montagna e della vita dei valligiani, fra passato, presente e futuro;
- Per recuperare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale, con particolare riferimento alle miniere;
- Per coinvolgere nuovo pubblico alla riscoperta del patrimonio culturale delle valli bergamasche;
- Per valorizzare le bellezze paesaggistiche del territorio e incrementare la presenza turistica nelle valli del Riso e Parina.
L'obiettivo del progetto documentaristico è di interrogare e interpretare un territorio e la sua comunità per mostrare le ipotesi del vivere oggi in un luogo di questo tipo, lontano dalle città, ma ricchissimo dal punto di vista naturalistico, ambientale e sociale.
Cosa rappresenta oggi la miniera? Che significato ha essere stato minatore o essere figlio di minatori, appartenere a una valle che dalla miniera e dalla montagna ha tratto e trae ancora sostentamento?
E' importante riflettere su ciò che rappresentano oggi le miniere, sfatando il pregiudizio che siano state soltanto luoghi di duro lavoro e di sacrificio. Il lavoro in miniera, un lavoro di ingegno, abilità e fatica, ha rappresentato nel tempo per i valligiani un mezzo per raggiungere sia il benessere materiale sia una profonda ricchezza nei rapporti interpersonali come pure la consapevolezza di far parte di una comunità unita e solidale. Lo sguardo su passato è una chiave per leggere la situazione attuale nelle valli bergamasche con l'intento di capire il presente e immaginare quali possano essere le vie percorribili nel futuro.
Il film
Il Documentario si basa sull'intreccio di storie ispirate a personaggi reali per trattare il tema della miniera e più in generale dell’uomo in rapporto alla montagna, fra passato e presente, da più punti di vista, cogliendone perciò la complessità, la profondità e i molteplici risvolti culturali e sociali.
Partendo da singole situazioni e gesti quotidiani, si visualizza un quadro più ampio: la rete di rapporti, dinamiche e relazioni interpersonali tra i minatori, sulla loro quotidianità vissuta dentro e fuori la miniera. Fili narrativi che si incrociano seguendo dei personaggi che hanno tutti forti relazioni con la miniera, in quanto ex minatori o figli di minatori. Le quotidianità dei personaggi si incontrano a poco a poco, così come i loro rapporti, dando vita a un intreccio dinamico che prende vita dal loro passato per relazionarsi al presente. La nostalgia, le passioni e le sofferenze di quei momenti si fanno spazio tra i ricordi, a dimostrazione del fatto che la miniera ha rappresentato sì lavoro di fatica e sacrificio ma anche la possibilità di costruire e costruirsi attorno ad una comunità; quella comunità che, fuori e dentro le miniere, ha spinto a trovare le energia per continuare a scavare.
Dopo trent'anni di inattività si affaccia all'orizzonte la possibilità della riapertura delle miniere bergamasche alla luce dell'interesse di un compagnia mineraria australiana a impiegare nuove tecnologie per raggiungere e coltivare i preziosi minerali del sottosuolo bergamasco.
Fino agli inizi del novecento i minatori bergamaschi andavano in Australia a cercare fortuna, ora forse il cerchio si sta chiudendo, con gli australiani che percorrono la strada in senso inverso? Quali emozioni e speranze questa possibilità suscita nei valligiani, negli minatori in pensione e nei giovani in cerca di un percorso di vita?
Note di regia
Lavorando con persone vere e non con attori, l'intento registico sarà quello di entrare in forte relazione, anche personale, con chi verrà selezionato come personaggio. Vivere con loro per un periodo di tempo, antecedente alla fase di Produzione, sarà un requisito fondamentale per una ottima realizzazione documentaristica. Condividendo le loro situazioni quotidiane si creerà una simbiosi inscindibile tra gli autori del film e le persone rappresentate; tutti i discorsi presenti nel film saranno quindi motivati dalle situazioni narrative che si andranno costruendo.
Le situazioni filmiche verranno provocate dai documentaristi senza forzare la realtà: davvero lo storico durante le sue ricerche incontra gli ex minatori, narra della madre cernitrice e del padre morto di miniera, delle lotte del fratello sindacalista; il geologo va ad esplorare le gallerie e i cantieri abbandonati verificando lo stato di conservazione delle strutture, la tenuta delle rocce, le mineralizzazioni ancora presenti; l’ex minatore continua ad allevare bestiame e trascorre molte ore della sua giornata nella cascina dove è nato; l’ex contadino, addetto al trasporto di minerale, si è ritirato in solitudine e accoglie i compagni di vita e di lavoro, in una cascina che sorge agli imbocchi delle gallerie d’alta quota.
Il racconto filmico si svilupperà in tutto l'arco annuale, sia per seguire le evoluzioni e i mutamenti psicologici e conoscitivi dei personaggi, sia per descrivere le suggestioni dei paesaggi stagionali.
Elemento fondamentale del progetto è il paesaggio, non visto come semplice contenitore di questi luoghi, ma come elemento attivo, sia nella psicologia sia nell'attività di tutti i giorni dei personaggi.
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